25 anni di attività

Il 18 maggio 1992  aprii a Bastia Umbra la mia attività, in Viale del Popolo. Tutto, anche il nome della via, mi sembrò significativo, quasi un invito a credere ancor più nella strada che intraprendevo. Ero partita appena tredicenne dalle campagne di Bettona. "Prova a fare la parrucchiera": un consiglio che fu la prima spinta, ma autorevole, perché di mia madre che sapeva vedere sempre oltre l'orizzonte. Sapevo già suonare benino la fisarmonica, su un "capriccio" di papà, e mai mi ero cimentata nel campo dell'estetica. Ci provai e riuscii perché scoprii subito il piacere di questa elevata professione ed una naturale inclinazione ad essa. Anni a "bottega" ad imparare, con fedeltà e impegno, come si deve fare per poter proseguire da soli, in silenzio, con il sorriso, rubando anche il mestiere con gli occhi dalla mani esperte della maestra, ma nella mente germinava sempre il seme dell' autonomia. E, nel ripensarci oggi in questo compleanno d'argento, ribollono i ricordi risposti nella parte più buona e bella della memoria. Accanto alle mie attuali storiche collaboratrici Francesca Cancellotti e Manuela Moretti, a cui tanto devo, soprattutto nei momenti bui della malattia e alle altre che mi hanno aiutato e mi sono vicine, la mente corre a Manuela Brufani e Mirta Siculi, autrici della seconda, determinante spinta dopo quella materna alla mia autonomia. Ed eccoci all'oggi: non ricordo il colore del cielo di quel lontano giorno, in Via del Popolo, ma ne sento il calore di maggio sulla pelle. Oggi ci sono altre importanti presenze: Giampiero, mio marito, irrobustitosi anch'egli nel suo mestiere di artigiano, e soprattutto Angela, mia figlia, che "colora" i miei giorni in ogni aspetto, a cominciare dall'arte che possiede in modo sublime nell'accudire e "acquerellare" le mani. Penso proprio che queste nozze d'argento appartengano un po' a tutta la mia famiglia: ognuno di noi arricchisce con il lavoro delle mani la propria vita, cercando di aggiungere bellezza a quella degli altri. E, dopo il tramonto, stasera, nel fare la cosiddetta rituale chiusura del negozio, un pensiero in più rivolgo a quelle donne, giovani e meno, che magari con il peso del mutuo, con lo spettro di tempi sempre più difficili, con la clientela che va e viene, sarebbero portate inevitabilmente a scoraggiarsi. A loro mi preme solo ricordare che la passione verso questo lavoro, con il costante aggiornamento che richiama, la devozione - mi piace chiamarla così - verso la clientela sono stati e restano gli ingredienti più sani per poter avanzare sempre, con successo, fino a poter sentire lo stato d'animo della cliente proprio dai capelli. Ho un solo desiderio: non di lunga vita, ma che la vita mi conceda la possibilità di trasferire ai giovani quanto appreso nel corso di questa entusiasmante vicenda professionale.
Insegnare resta il mio sogno.
Ringraziare le mie collaboratrici e soprattutto le clienti, un piacevole dovere.